Recensione a cura di Massimo Minimo
"Portanova e il cadavere del prete" di Alberto Minnella è il nuovo noir edito da Frilli Editore e recensito da ThrillerPages
Il 1964 sembra destinato a non finire mai per il commissario Portanova e i suoi uomini. Il cadavere nudo di un prete, padre Mariano, è stato rinvenuto davanti alla casa di un noto pregiudicato: il sacerdote sembra essersi buttato di sotto. Suicidio è, dunque, la prima e più probabile ipotesi formulata dal medico legale. Portanova non è, però, convinto e cerca un collegamento con Natale Scimeca, il padrone di casa. Costui si trova in carcere per l’omicidio di un maresciallo dei carabinieri e non può, di conseguenza, essere coinvolto personalmente nella morte del prete. Indagando a fondo e scavando nel passato, Portanova segue le tracce di un amore impossibile che lo metterà sulla strada giusta.
In questa terza avventura il protagonista è preda di forti dubbi, a cominciare da quelli riguardanti il suo matrimonio: la moglie Carla è, infatti, tornata a Catania, mentre la bella Lucia lo aspetta sempre al piano di sopra.
Come se non bastasse, entrano in gioco i servizi segreti e Portanova capisce che a Roma si sta svolgendo una partita troppo grande per lui. Con un Toscano quasi sempre fra le labbra il commissario continua a separare il mondo in due categorie: uomini d’acqua dolce e uomini d’acqua salata, lasciando in sospeso la questione della sua appartenenza a un gruppo o all’altro. Personaggio non propriamente simpatico, spesso scorbutico e burbero, Portanova coltiva altre due passioni oltre quella per i sigari, ossia la musica jazz e la buona cucina. Quest’ultima non è difficile da trovare in una città come Siracusa, in particolare nella zona di Ortigia, teatro delle gesta del protagonista e molto più di un semplice sfondo geografico. Una nota di merito finale per le righe conclusive del romanzo che non deluderanno i lettori, anzi.
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