Recensione a cura di Massimo Minimo
"L'Ammiratore" di Roberto Carboni edito da Fratelli Frilli Editore è il nuovo thriller recensito da ThrillerPages
Federica Ansaloni è una giovane scrittrice che ha ottenuto un clamoroso successo di pubblico e critica con il suo romanzo d’esordio, Lo specchio rosso. Sedici mesi dopo Federica è in piena crisi creativa e per superare il blocco della pagina bianca decide di acquistare lo studio della sua ex psichiatra, morta lì in circostanze mai ben chiarite. Quel palazzo di via del Pratello si dimostra da subito “ostile”: al primo piano vive una strana coppia che inquieta non poco la scrittrice, mentre dal secondo, affittato da una piccola compagnia aerea, provengono passi, rumori soffocati e parole anche quando dovrebbe essere vuoto. I nervi di Federica sono già tesi a causa di alcune lettere anonime che riceve da mesi da parte dell’Ammiratore, un mitomane che la chiama “occhi di bambola”. Perché la giovane non si è rivolta alla polizia e non ne ha parlato con il suo fidanzato Alberto?
La realtà è che Federica nasconde un segreto che mai vorrebbe rivelare. Intanto la mente continua a giocarle brutti scherzi e sembra riportarla al periodo in cui era in cura presso la dottoressa Tonelli. Come uscire da quest’incubo?
Con il suo settimo romanzo Roberto Carboni ha deciso di spingersi oltre e scrivere un noir che può definirsi “ansiogeno”. Proprio l’ansia, infatti, è il sentimento che domina le pagine del libro, incarnato nelle paure della protagonista. Non solo, perché l’ansia è anche quella che prende il lettore man mano che si addentra nella vicenda. L’autore utilizza la sua ormai consolidata struttura narrativa fatta di capitoli brevi, a volte brevissimi. La scrittura è incalzante e non risparmia dettagli molto crudi che ben poco spazio lasciano all’immaginazione. La Bologna descritta è, in particolare, quella notturna, in cui può succedere di tutto nel bene ma più che altro nel male. Numerose sono le corse in taxi da parte dei protagonisti, un omaggio a quella che per ben diciassette anni è stata la professione di Carboni. Il quale, come spesso capita, ci regala un finale che proprio così definitivo non è.
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