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martedì, agosto 28

SPY STORY - Regole di sangue

A cura di Stefano Di Marino/Stephen Gunn

Avere un  ‘alias’ è una cosa da spie. O da narratori di genere italiani. Sì perché la cosiddetta narrativa d’evasione o d’intrattenimento ha sempre avuto nel nostro paese una connotazione se non a stelle e strisce almeno anglosassone. Facile esterofilia’ provincialismo? Non ha grande importanza saperlo ora che anche il thriller e il noir sono stati sdoganati e da anni hanno sviluppato una loro ‘ via’ italiana. La spy –story forse no. Per questo, benché abbia esordito sulla collana  mondadoriana Segretissimo nel 1992 con un romanzo firmato con il mio nome quando l’editore mi chiese nel 1995 di creare un personaggio ‘ internazionale’ capace di competere con il celeberrimo SAS, scelsi di usare lo pseudonimo Stephen Gunn. E creandoci per di uù una leggenda come si dice in gergo. Falso luogo di nascita, una vita avventurosa supportata da alcune verità e qualche  abile menzogna. Il depistaggio, diceva  John Travolta in Codice Swordfish, è il segreto dello spionaggio. E così anche oggi dopo diciassette anni di fortunate avventure del Professionista, mentre quasi tutti sanno che sono  italianissimo mi sembrava poco leale cambiare le carte in tavola e confondere il lettore con un nome differente. Perciò IL PROFESSIONISTA STORY02(ristampa completata da inediti arrivata al suo secondo numero in uscita a settembre nelle edicole) resta firmata Stephen Gunn. Complicato? No, come non lo è la spy story alla fine, genere che ha suscitato qualche incomprensione e fraintendimento nel corso del tempo. lo scopo di questa rubrica è appunto quello di fugare dubbi, indicare al lettore o allo spettatore qualche percorso di lettura o visione. Insomma la scoperta di un mondo nuovo e affascinante che , da tempo parla anche italiano.
 Prima di tutto la spy story è un filone narrativo che si discosta dal mystery classico e ha origine con il primo 900. La Belle Epoque, i grandi imperi con le loro colonie, le strategie di conquista e poi le rivoluzioni. Le guerre mondiali. Un Gioco (così era considerato da alcuni studiosi come Von Clausewitz che definivano lo  spionaggio attività da gentiluomini) in cui si uccideva, si spiava, si seduceva e, soprattutto, si cercava di far credere al nemico cose inesistenti per indurlo a decisioni sbagliate. Narrativamente lo spionaggio ha avuto in autori come Buchan (I 39 scalini, portato al cinema anche da Hitchcock) ,Eric Ambler(la maschera di Dimitrios) e in seguito Graham Greene (Un americano tranquillo, il nostro agente all’Avana) i migliori interpreti sebbene vi si siano cimentati moltissimi autori, Aghata Christie compresa. Con la seconda guerra mondiale nascono nuovi filoni legati alle operazioni di infiltrazione e sabotaggio. Storie di guerra e avventura nelle quali la ricerca di informazioni si mescola con la necessità di liberare prigionieri politici, di far saltare ponti e postazioni fortificate. Sta nascendo un filone più avventuroso che presto si staccherà da quello principale, più letterario e realistico. La Guerra fredda, la divisione dei blocchi, il timore dell’atomica  segneranno dagli anni  50 in avanti una netta divisione tra le due tendenze narrative che, come sempre succede quando si accende l’entusiasmo dei  fan, si schiereranno su opposti fronti. A me, per ragioni professionali e personali, piacciono entrambe anche se abitualmente pratico quella più ‘ vigorosa’,forse perché le mie letture giovanili erano.. salgariane e ho sempre prediletto l’azione e l’avventura. Troviamo quindi una spy story che nasce come costola del noir, più cupa, con personaggi decisamente meno eroici e tormentati. Forse svolta con maggior cura stilistica. È quella di Deighton, di Le Carré, di David Ignatius per fare solo alcuni esempi celebri. Legata ai tempi della contrapposizione dei blocchi, predilige atmosfere europee, spesso popolate da personaggi ambigui, anti eroi catturati in un meccanismo più grande di loro. Tra tutti i romanzi di questo genere se volete farvi un’idea, vi consiglio la Talpa di Le carré e Funerale a Berlino di Deighton. C’è poi uno spionaggio figlio dell’hard boiled, dei detective duri e puri come Lemmy Caution e Mike Hammer. Una spy story avventurosa, non di rado esotica ed erotica con protagonisti volitivi dal pugno e la pistola facile. Duri con il cuore tenero di cui James Bond 007 e Hubert Bonissieur de la Bath0SS117 sono stati i campioni, nei romanzi e al cinema. Una narrativa più breve, più agile, forse più facile ma di grande gradimento per il pubblico. Lo spionaggio proposto da più di cinquant’anni dalla rivista Segretissimo. Storie in cui la visione politica è superata dal gusto per l’azione, per i set lussuosi, per le belle donne e le situazioni che flirtano con la Grande Avventura. Quella che preferisco e che ha  tra gli autori moderni  Robert Ludlum ed Eric Lustbader i suoi più celebri araldi. Due strade dunque per narrare un mondo complesso che ci piace perché trasfigura quel senso di ambiguità, di diffidenza verso il mondo esterno in modi diversi ma sempre avvincenti. Per ora questo vi basti sapere. Siete già in grado di fare la vostra scelta?

2 commenti:

  1. Adoro Ludlum e Lustbader, li ho letti tutti. Ciao Professionista!

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  2. ciao PENNYWISE anche per me son oautori di riferimento

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