Pagine

giovedì, maggio 31

Recensione LE NOSTRE ASSENZE di Sacha Naspini

Voto
Da quando ho saputo dell'uscita di questo libro, l'ho desiderato. Ma desiderato forte. Non vedevo l'ora di leggerlo. E sapere ancora prima di acquistarlo che sarebbe stato molto diverso da "I Cariolanti"  - precedente capolavoro di Naspini - non mi ha per nulla spaventata. Non ho temuto nemmeno per un momento che "le nostre assenze" potesse avere meno spessore.
Perchè Sacha - indipendentemente dalla trama che decide di tessere  e dagli argomenti che sceglie di mettere alla base delle sue opere - riesce sempre a provocarti uno tsunami nello stomaco. Il merito è della sua capacità di creare personaggi di grande densità emotiva e di saperla poi tradurre in parole.
 Protagonista del romanzo è il figlio di una coppia della media borghesia di una piccola cittadina di provincia. Da bimbo è viziato e fastidiosamente superficiale. In giovane età il suo mondo si sgretola e nello sgretolamento l'amore si fa dolore, il dolore rancore, il rancore ossessione. E la sua vita acquisisce come unico scopo la vendetta. E se la prende, la sua cieca vendetta. Distruggendo la vita del suo aguzzino e, ovviamente, anche la sua. Perchè si ritrova spaesato e si accorge che non ha mai avuto altri obiettivi nella vita se non infliggere dolore all'altro. E' Sradicato, braccato, infelice. E con un peso terribile da portare, la consapevolezza che - in fondo - non si è poi comportato molto diversamente da colui che ha sempre considerato il suo aguzzino ("a conti fatti chi, tra noi due, ha rubato più all'altro?").
 Grazie alla scrittura di Naspini, asciutta e diretta, questo libro tocca corde molto particolari.
E' un libro truffaldino, perchè ti fa credere che ti coinvolgerà, quando in realtà ti inghiottirà e di te sputerà solo le ossa.
I miei complimenti - ancora una volta - all'autore. E un grazie per avermi fatto pensare, ieri notte: "è tardi, sono sfinita e ho bevuto tre spritz. Non lo apro stasera il libro, che pagine così meritano tutta la mia attenzione".

Recensione a cura di "Aliena"


Così iniziava la recensione di Sara Bilotti fatta poco tempo fa su questo blog al libro "I Cariolanti" di Sacha Naspini:"Accade che descrivere il passato, un tempo in cui la fame e la guerra ci riducevano a bestie, non basta per far comprendere ai contemporanei l'orrore. A volte ci vuole un linguaggio speciale, delle parole che scavano, bruciano, parole che si odiano eppure non si riesce a ignorarle".
Le nostre assenze è il nuovo libro di Sacha, sempre con le fantastiche copertine della Elliot edizioni, e questa è la trama:
Due ragazzini scoprono una tomba etrusca e decidono di scavarla di nascosto da tutti dopo la scuole. Vent’anni dopo una bambina viene rapita in America e rinchiusa nella stanza di una pensione. Cosa unisce i due eventi? Le nostre assenze è il racconto di questi due decenni e degli avvenimenti che hanno coinvolto tre generazioni di una famiglia toscana, di un uomo in fuga dai campi di concentramento, di una donna che ritrova il suo primo amore dopo una vita intera. Ma è anche la storia di un padre incapace di affrontare il proprio ruolo e di una madre troppo giovane per proteggere il figlio, di un ragazzino povero che vive nelle case popolari “al di là della rete” e di una sete di vendetta che consuma tutta un’esistenza.
Sacha Naspini narra in maniera bruciante i sentimenti intensi e contraddittori dell’adolescenza, il passaggio improvviso all’età adulta, la smania inesorabile e cieca di rivalsa e, insieme, la forza invincibile dell’amore e della speranza. O, semplicemente, il desiderio di un posto chiamato “casa”.

Titolo Le nostre assenze
Autore Naspini Sacha
Prezzo di copertina € 16,00
Su Amazon €13,60 
Dati 2012, 256 p., brossura
Editore Elliot  (collana Scatti)
Condividi su Facebook
Fonte: Thrillerpages.blogspot.com
234x60_standard

1 commento:

  1. Ci mette un po', a decollare, questo "Le nostre assenze", ma, una volta partito, diventa inarrestabile, imprevedibile, sconvolgente.
    Il protagonista è un bambino che vive nella campagna toscana. Figlio di genitori irresponsabili e immaturi, insieme al coetaneo Michele scopre una tomba etrusca e il tesoro che contiene.
    L'errore che condizionerà tutto il ventennio successivo, sarà l'avere confidato il segreto al padre e l'avere creduto nell'onestà di quest'ultimo.
    Truffato dalla persona che gli è più vicina, il bambino crescerà con un'unica meta da raggiungere: la vendetta. Ma a caro prezzo.
    La scrittura di Naspini è bellissima, il rimorso e la rabbia si respirano in ogni pagina. Da un capo all'altro del mondo, trascorreranno due decenni di fughe e crimini, di disperazione e di vite buttate. Alla fine, ma solo all'ultima pagina, una speranza di redenzione e di pace, con il rimpianto sempre vivo, per quello che si è perso e per lo spreco dell'innocenza. Un riecheggiare di "Io non ho paura", di Ammaniti, mi ha accompagnata nella parte iniziale. Ma è tutta un'altra, altrettanto bellissima, storia.

    RispondiElimina