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sabato, marzo 10

Recensione de PICCOLO BLUES di Jean-Patrick Manchette

Recensione a cura di Antonia Dettori   
Voto 
Che meraviglia leggere un libro dove il lettore può farsi cullare dalle note musicali (vengono citati numerosi pezzi) e inoltre “vedere” le immagini che questo romanzo genera con le minuziose descrizioni tipiche di questo scrittore. E’ stato questo il mio approccio a “Piccolo blues”. Se qualcuno ha la pazienza di rileggere ciò che ho scritto per “Piovono morti”, noterà la differenza poichè considero questo romanzo di gran lunga superiore.
Il personaggio principale, Georges Gerfaut, è un uomo mite, padre e marito, tutto rientra nella normalità, ma un’incresciosa circostanza lo porta a doversi difendere e dopo tre giorni qualcuno attenta alla sua vita. Manchette narra molto bene la reazione di un uomo comune di fronte al pericolo. Questa descrizione abbraccia una tematica: quella del malessere che tormenta l’uomo contemporaneo. Emerge che per togliersi fuori da questo malessere bisogna lottare fino in fondo, è interessante vedere come ci arriva un uomo qualsiasi. Nonostante la trama si sviluppi in una storia di densa normalità, è resa avvincente dal perfetto stile noir di questo autore.

TRAMA: Georges Gerfaut è una persona che non farebbe male a una mosca, nonostante porti il nome di un rapace, il girifalco. Marito e padre ideale, impiegato modello, conduce una vita senza pecche. Quando vede un'auto incidentata ai bordi della strada, dunque, non esita a fermarsi per soccorrere eventuali feriti. Basta un gesto per sconvolgere una vita. Gerfaut si trova infatti braccato da una coppia di assassini. E neppure lui avrebbe immaginato di avere tutta quella carica per combattere, attaccare, vincere.

Titolo Piccolo blues
Autore Manchette Jean-Patrick
Prezzo di copertina € 11,00
Su Amazon a €9,35
Dati 2002, 156 p.
Traduttore Bernardi L.
Editore Einaudi  (collana Einaudi. Stile libero)

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