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domenica, marzo 18

INTERVISTA a Marco Buticchi


Con grande piacere e con un po' di timore reverenziale ospitiamo il Commendator Buticchi, durante una delle pause dall'ennesima tournée per la presentazione de "La voce del destino", il suo ultimo successo letterario.
Quindi, cliccate il video You tube e col sottofondo di ITACA del grande Lucio Dalla, leggetevi l'intervista curata da Massimo Minimo e Patrizia Seghezzi.

Marco Buticchi, da trader petrolifero a scrittore di successo. Un
cambiamento di vita non indifferente. Come è maturata questa scelta

Nel momento in cui mi sono reso conto che la frenesia da lavoro stava
togliendo spazio alla mia vita ho pensato di ritagliarmi un’esistenza
sicuramente meno eclatante, ma altrettanto ricca di soddisfazioni “di vita”. E,
alla luce della mia personale esperienza, sono le soddisfazioni che contano di
più.

Il primo libro, "Il cuore del profeta", è stato pubblicato a sue
spese in mille copie e distribuito personalmente insieme a sua moglie.
Se non avesse avuto successo, avrebbe continuato a scrivere o si
sarebbe “arreso“?

A essere sincero non lo so. Forse avrei ritentato almeno una volta. E comunque
l’autopubblicazione a quello serviva: vedere se e quanto valevo.

Il lavoro nel mondo petrolifero l’ha portata a girare il mondo.
Quanto questa esperienza l’ha aiutata nello scrivere i suoi romanzi?

Per fare colpo si può dire “moltissimo: sono un giramondo”.  Nella realtà per
descrivere (e scrivere di) un Paese non è sufficiente averlo visitato, ma si
deve chinare il capo su libri e studiarlo per poterlo raccontare.

Oswald Breil è l’opposto dello stereotipo dell’eroe letterario. Come
è nato il suo personaggio?

Da un vecchio pannello pubblicitario su una facciata in piazza duomo a Milano:
il protagonista della pubblicità sembrava un nano visto da quella angolazione.
E il pannello mi venne in mente mentre cercavo un eroe diverso dall’agente
segreto strafigo e invincibile…

Nel suo ultimo libro Sara e Oswald hanno un ruolo da comprimari
rispetto ai volumi precedenti. “La voce del destino” è incentrato
sulla splendida figura di Luce, donna coraggiosa e determinata. Ha
preso spunto da qualche figura femminile in particolare?

Non trovo sia un ruolo da comprimari: recitano la loro parte da protagonisti
come sempre. Ma, dato che non sono attori “gelosi” della scena, la condividono
volentieri con Luce e con tutti gli altri personaggi de La Voce del Destino.

Fra i tanti argomenti affrontati nel romanzo in questione, si parla
della famosa base segreta che i nazisti avrebbe costruito in
Antartide. Anche alla luce di recenti scoperte, si può ormai affermare
con certezza che l’idea di costruire un Quarto Reich fosse un progetto
serio e non una semplice fantasia?

Personalmente ne sono convinto: non è facile sradicare un male assoluto come
il nazismo; neppure dopo un cruento conflitto come la seconda guerra mondiale.

Grande spazio hanno le “ratlines“, ovvero le vie di fuga approntate
per i nazisti . Qui lei tocca un tasto dolente, la complicità del
Vaticano nell’organizzare tali "corridoi". Ciò avvenne per motivi
meramente economici o anche per ragione ideologiche, in vista
dell’eventuale avanzata del comunismo in Europa?

Per giustificare comportamenti oggi incomprensibili bisogna inserire le azioni
nel contesto storico in cui hanno preso vita. La minaccia, a guerra finita, non
erano più i nazisti o i loro fiancheggiatori, ma l’avanzata dell’ateo comunismo
di Stalin.
Credo sia stata questa la ragione principale per cui esponenti della Santa
Sede abbiano favorito la fuga di criminali nazisti. Forse però non sarebbe male
fermarci e fare chiarezza, come fece Giovanni Paolo II chiedendo scusa per l’
inquisizione… ma ci vollero sette secoli e sette milioni di donne arse vive
perché ritenute streghe.

Nei suoi romanzi c’è sempre un oggetto che “attraversa” i secoli, in
questo caso la lancia di Longino. Ce ne racconta in poche parole il
significato simbolico?

Hitler era convinto che la Lancia sacra regalasse immortalità. Negli stessi
minuti in cui la lancia viene recuperata dagli Alleati in un caveau sotto
Norimberga, Hitler si suicida nel bunker di Berlino. Ma c’è chi dice che quella
fosse solo una copia dell’antica reliquia… e se quella è una copia, lo
scrittore d’avventura è legittimato a pensare che neppure Hitler sia morto
suicida nel Bunker…

C'è uno dei suoi romanzi che ama in modo particolare?

Nessuno in particolare: sono tutti figli miei.

Quali saranno l'argomento e il contesto storico del suo prossimo romanzo?

Posso solo dire – perché neppure io so dove andremo a finire – che in questo
preciso momento un giovane etrusco sta fuggendo da un potente malvagio…

L’attività di scrittore a tempo pieno, con conseguente “tournée” per
le presentazioni, le lascia ancora spazio per il suo stabilimento
balneare?

Vorrei che le mie giornate fossero fatte da 50 ore… ma riesco ancora a
conciliare le mie attività senza nulla togliere all’una a dispetto dell’altra.

A dicembre 2008 è stato nominato Commendatore dal Presidente della
Repubblica per aver contribuito alla diffusione della lingua e della
letteratura italiana anche all’estero. Una gran bella soddisfazione!

Enorme. Ho stentato a crederci e ancora oggi ho sempre paura che si accorgano
del caso di omonimia e mi tolgano la commenda

Dulcis in fundo, scelga un brano musicale con il quale accompagnare
questa intervista.

Per salutare un amico che manca a tutti noi Itaca di Lucio Dalla

Grazie Marco, alla prossima!



Autori: Massimo Minimo e Patrizia Seghezzi
Montaggio: Diego Thriller
Fonte: Thrillerpages.blogspot.com

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