Recensione a cura di Ferdinando Pastori:
Una protagonista scontrosa, antipatica, ma affascinante. Testarda, ribelle e orgogliosa, ma sola. Solitudine non imposta, ma cercata. Il tipico isolamento (non tanto fisico quanto emozionale) tenacemente portato avanti da chi ha subito un trauma e non è mai riuscito a superarlo. Una ferita ancora aperta che in qualche modo condiziona azioni ed emozioni. Una storia drammatica e coinvolgente. Senza pause. La vita di una piccola città di provincia che, abituata a confrontarsi con piccole storie di amori e tradimenti, piccole vendette e invidie, si trova improvvisamente a fare i conti con un minaccia inattesa e angosciante. Angela Capobianchi, grazie a una scrittura attenta e mai sopra le righe, è brava a delineare la psicologia dei personaggi, a renderli intriganti o odiosi. Conferendo loro spessore e umanità. Personaggi che recitano la loro parte e si mettono completamente a disposizione della trama che avanza fra colpi di scena, porte che si chiudono e altre che si aprono. Un continuo mescolarsi di carte, di intuizioni e rivelazioni che portano a un finale intenso. Convincente quanto imprevedibile.
TRAMA: Carolina è un avvocato di successo. E' bella, ricca di famiglia, ma sembra vittima di una febbrile inquietudine che le impedisce di avere rapporti duraturi con l'altro sesso. Forse perché non è mai riuscita a superare la morte del padre, un noto pittore, apparentemente fulminato da un infarto quando lei aveva appena dieci anni. La sua vita si capovolge il giorno in cui un amico, Roberto, di cui Carolina sta curando la separazione, le dice che la moglie ha cercato di ucciderlo. Carolina si precipita da lei, ma quando arriva, Elena è a terra con un coltello piantato nel petto. Niente impronte, nessuna traccia, nessun movente.
Titolo I giochi di Carolina
Autore Capobianchi Angela
Prezzo di copertina € 16,90
Dati 2006, 446 p., brossura
Editore Piemme
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Una protagonista scontrosa, antipatica, ma affascinante. Testarda, ribelle e orgogliosa, ma sola. Solitudine non imposta, ma cercata. Il tipico isolamento (non tanto fisico quanto emozionale) tenacemente portato avanti da chi ha subito un trauma e non è mai riuscito a superarlo. Una ferita ancora aperta che in qualche modo condiziona azioni ed emozioni. Una storia drammatica e coinvolgente. Senza pause. La vita di una piccola città di provincia che, abituata a confrontarsi con piccole storie di amori e tradimenti, piccole vendette e invidie, si trova improvvisamente a fare i conti con un minaccia inattesa e angosciante. Angela Capobianchi, grazie a una scrittura attenta e mai sopra le righe, è brava a delineare la psicologia dei personaggi, a renderli intriganti o odiosi. Conferendo loro spessore e umanità. Personaggi che recitano la loro parte e si mettono completamente a disposizione della trama che avanza fra colpi di scena, porte che si chiudono e altre che si aprono. Un continuo mescolarsi di carte, di intuizioni e rivelazioni che portano a un finale intenso. Convincente quanto imprevedibile.
TRAMA: Carolina è un avvocato di successo. E' bella, ricca di famiglia, ma sembra vittima di una febbrile inquietudine che le impedisce di avere rapporti duraturi con l'altro sesso. Forse perché non è mai riuscita a superare la morte del padre, un noto pittore, apparentemente fulminato da un infarto quando lei aveva appena dieci anni. La sua vita si capovolge il giorno in cui un amico, Roberto, di cui Carolina sta curando la separazione, le dice che la moglie ha cercato di ucciderlo. Carolina si precipita da lei, ma quando arriva, Elena è a terra con un coltello piantato nel petto. Niente impronte, nessuna traccia, nessun movente.
Titolo I giochi di Carolina
Autore Capobianchi Angela
Prezzo di copertina € 16,90
Dati 2006, 446 p., brossura
Editore Piemme
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Dopo aver letto Esecuzione ho scelto questo libro ad occhi chiusi, certa che non sarei rimasta delusa. Il libro è sorprendente, scorrevole, intrigante come pochi.
RispondiEliminaL'autrice ha avuto l'indiscussa capacità di coinvolgermi in un altro thriller davvero splendido.
La cosa che mi è balzata subito agli occhi è il ripetersi di un rapporto madre/figlia difficile e complesso, presente anche in Esecuzione, anche se in modi ed evolversi totalmente diversi. La scrittura è sempre lì, pulita, senza fronzoli, lineare.
La protagonista, spesso antipatica e boriosa strappa ogni tanto qualche sorriso, amaro ma sempre sorriso e la fine si avvicina pian piano, indirizzando e nascondendo, accusando e discolpando con un finale magistrale. Brava all'autrice, di vero cuore.