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sabato, ottobre 22

Recensione de AMERICAN TASTE di Gioacchino Criaco

Un commento di  Enrico Pandiani: 
Ho terminato American Taste di Gioacchino Criaco. Devo dire che sono state un paio d'ore e mezza di piacevole lettura. Il romanzo è palesemente ispirato da American Tabloid al titolo del quale fa pure il verso. È un romanzo misogino e maschile, dove uomini duri si scambiano scortesie, spari, coltellate e sentimenti fortemente omosessuali. Le donne hanno in questo romanzo lo stesso peso dell'Italia nella Politica internazionale, vale a dire nessuno. La scrittura è tuttavia piacevole e coinvolgente con giusto qui e là qualche bisticcio tra passato remoto e imperfetto. Buoni non ce ne sono, in questo romanzo, viene comunque voglia di arrivare alla fine per vedere castigato duramente il più cattivo.

TRAMA: I boschi e l'oceano, la palude e le metropoli. Dall'Aspromonte all'Atlantico, dal Vietnam a New York, ogni luogo può condurre all'inferno. 0 alla prigione di Fleury Merogis. Uomini della 'ndrangheta, terroristi dell'ETA e trafficanti arabi si alleano in una guerra globale contro il potere di una holding internazionale del lusso. Destini lontani s'incrociano e scoprono la radice del male che li ha resi carnefici e vittime. Cinque detenuti fuggono dall'incubo che li sovrasta e dal puzzo della galera, decisi a regolare i conti con il passato. "American taste" è il racconto lucido e disarmante dei legami profondi e controversi fra il crimine organizzato e gli affari puliti. Dove nessuno è senza peccato.

Titolo American taste
Autore Criaco Gioacchino
Prezzo di copertina € 14,00
Dati 2011, 214 p., brossura
Editore Rubbettino (collana Velvet)

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1 commento:

  1. Io al contrario di Enrico Pandiani ho passato più di due ore e mezzo a leggere il libro, e non per le pagine, ma per la difficoltà che ho trovato con i 67 personaggi racchiusi nelle 200 pagine della storia. Peccato perchè la mia mente è stata più occupata a ricordare chi era chi, che a capire la storia, che non ho molto apprezzato appunto per la difficoltà di congiungere i punti della trama, non riuscendo mai a prendere il ritmo.

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