tag:blogger.com,1999:blog-5703140246207857546.post2752054261956270389..comments2023-10-30T08:19:27.846+01:00Comments on ThrillerPages: Recensione de I MIEI LUOGHI OSCURI di James EllroyRedazione ThrillerPageshttp://www.blogger.com/profile/16518805773194252660noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-5703140246207857546.post-44715847478709906172012-03-31T01:06:36.949+02:002012-03-31T01:06:36.949+02:00Difficile trovare una lettura paragonabile a "...Difficile trovare una lettura paragonabile a "I miei luoghi oscuri". Difficilissimo anche commentare, perché la trama di questo libro è qualcosa che va oltre la finzione: è realtà. La madre dell'autore, Jean Hilliker Ellroy, viene stuprata e assassinata nel luglio 1958, quando Ellroy è un bambino di dieci anni. Quarant'anni dopo, con l'aiuto di Bill Stoner, poliziotto in pensione del LAPD, l'autore riapre un'indagine che non era arrivata a concludersi. La prima parte del libro è un'autobiografia degli anni successivi alla morte di Jean, nei quali Ellroy vive una vita sbandata, di piccoli crimini, di droga, di alcol, di sesso immaginario con la madre; il padre è un essere esecrabile che indottrina il figlio su di uno stile di vita sciagurato. Un percorso di vita simile porterebbe chiunque all'oblio, all'autodistruzione, ma, per l'autore, è un necessario passaggio che gli consentirà di diventare uno dei maggiori scrittori di storie nere. L'analisi cruda della vita di Jean nasconde un amore profondo, espresso sicuramente in maniera non convenzionale, senza risparmiare nulla dei particolari più torbidi. L'ossessione della ricerca del colpevole è un modo di avvicinarsi a una madre che Ellroy ha conosciuto poco e per pochissimi anni, quasi un tributo alla memoria. La scrittura è graffiante, crudele, a volte repellente, ossessiva quanto l'ossessione che la muove, ma così unica proprio per la singolarità di un evento che ha contribuito a creare un maestro nel suo genere.Elisabetta Caramittihttps://www.facebook.com/profile.php?id=1365820173noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-5703140246207857546.post-78959661667374457212012-03-31T01:05:33.340+02:002012-03-31T01:05:33.340+02:00Questo è un libro particolare. Sembra un’autobiogr...Questo è un libro particolare. Sembra un’autobiografia, ma è piuttosto un romanzo di formazione; sembra una crime-story, ma è anche un’ossessiva ricerca dell’identità dei due protagonisti, Ellroy e la madre Non solo, è anche un trattato di psicologia criminale e uno sulle dipendenze, fisiche e psichiche. <br /><br />Ellroy si mette a nudo, raccontando la storia come gli è capitata, man mano che si svolgeva. Noi vediamo attraverso i suoi occhi e sentiamo quel che prova mentre si dipana la vicenda.<br /><br />Dopo la separazione dei genitori, Ellroy vive un difficile rapporto con la madre, bella e affascinante donna dai capelli rossi (“La Rossa”), complice la cattiva luce sotto la quale la pone il padre, un buono a nulla che però il ragazzo vive come un dio. La morte della donna, ritrovata strangolata e discinta, aggrava solo il problema. Crescendo, Ellroy diventa un vagabondo, ladruncolo e tossicodipendente, con la sola passione per la lettura e per i crimini. Diventato ormai adulto, libero dalle dipendenze e scrittore di successo, intraprenderà il percorso che lo condurrà alla scoperta di una donna del tutto diversa da quel che riteneva e a indagare sulla sua morte più come atto di amore che per le sue ossessioni.<br /><br />La sua scrittura, priva di fronzoli e orpelli, va dritta dove vuole arrivare, ma non è istintiva come sembra. Penso invece che Ellroy studi con cura il ritmo che vuole dare a ciò che racconta affinché chi legge sia coinvolto secondo il punto di vista dell’Autore. Si veda, per esempio, come sia ancora più sincopato nella descrizione della vita professionale di Stoner, il detective in pensione che l’accompagnerà nell’indagine, come a dire “questo è quello che interessa, il resto non serve”. E come invece trapelino note di orgoglio quando parla di quanto fosse bella e affascinante “La Rossa” e della sua somiglianza con lei. Ancora, si veda come parla del padre da ragazzo e poi da adulto: prima, luminosa figura centrale e poi, via via. relegata in un’ombra laterale.<br /><br />L’unica cosa che sembra immutabile per tutto il libro è l’ossessione per i delitti efferati, quella che lo porterà a essere l’Autore di riferimento per il romanzo poliziesco americano e mondiale. E attraverso queste ossessioni comprendiamo perché ha scritto la Dalia Nera, L.A. Confidential e tutti gli altri romanzi prima di questo: la catarsi doveva andare avanti fino al momento in cui poteva parlare dei suoi fantasmi senza remore.<br /><br />Infatti ci si potrebbe meravigliare di come Ellroy descriva situazioni, scelte di vita e vizi privati della madre; di come riesca a scendere nei dettagli più raccapriccianti delle foto della Omicidi, ma non c’è morbosità in questo. Anzi, l’Autore sembra dirci: “Guarda, posso parlare di quel che faceva mia madre, di come è stata uccisa e posso guardare quelle foto orribili del suo assassinio perché io sono andato giù all’inferno e non ne sono del tutto uscito!”<br /><br />In definitiva, questo è un gran libro, difficilmente dimenticabile, perchè colpisce non solo allo stomaco, ma anche alla mente e al cuore.Giancarlo Vitaglianohttps://www.facebook.com/giancarlo.vitagliano1noreply@blogger.com